Ci risiamo. Pubblicità martellanti e scaffali stracolmi, casse su casse al supermercato. Sono i giorni di festa (si fa per dire), sono i giorni della spensieratezza (si fa per dire), sono i giorni del vino spumante.
E allora via alle offerte pazze, prezzi giù e tutti a godere delle eccellenze italiane con occasioni davvero irripetibili (almeno sino al prossimo Natale). Protagonisti, sempre loro, due fra i marchi di bollicine nostrane più conosciuti: Ferrari e Berlucchi.


Ora, sono certo le versioni base, ci mancherebbe altro. Ma la domanda che mi porgo io è: chi lo sa? Chi sa cosa può dare un Ferrari con qualche anno in più di permanenza sui lieviti e quel nerbo giocoso in bocca di nervi e velluto? Chi lo sa come un Satèn Berlucchi può accarezzarti palato e anima? Nessuno fra coloro che sono i destinatari di queste offerte, ma poco importa.
Tutto legittimo, per carità. Basta comprendere quindi il target finale ed ammettere che, per far quadrare conti e per fare i veri margini, la clientela di riferimento è questa. Ripeto, per carità, tutto legittimo.
Però, poi, basta fare paragoni con grandi vini. Un’azienda, rischiando certo, può crescere anche così, anche tenendo su prezzi e non mettendosi in concorrenza con altra robaccia che si trova sugli scaffali a 2 euro. Perchè poi, alla fine, vaglielo a spiegare a questa tua nuova clientela che un metodo champenoise non ci azzecca nulla con la dicitura vino frizzante. Per loro, sempre bollicine sono ed, un pò, ce li stiamo facendo credere anche noi.
Salute e auguri