Un ottimo evento della Delegazione AIS Castelli Romani, un’ottima occasione per fare il punto su un vitigno amato e bistrattato allo stesso tempo: il merlot. Amato perché è forse uno dei primi amori dei neofiti, per le sue indubbie caratteristiche di morbidezza e capacità di restituire vini di pronta beva. Amato anche perché compare in molti uvaggi di vini famosi, da quelli di taglio bordolese ad alcuni prodotti nei quali è vinificato in purezza (Petrus in Francia su tutti e per pochi, ma mi viene in mente anche un meraviglioso Camperchi in Italia, e così via).
Ma ciò che lo rende amato lo rende anche, paradossalmente, spesso bistrattato. La sua scarsa acidità ne fa un ottimo complementare (fornisce morbidezza e aromi fruttati in quantità) ma difficilissimo da vinificare in purezza. Sbagli zona di produzione e ti capitano vini nati già morti, tutta (apparente) piacevolezza e zero slancio.
Ma girovagando con attenzione, evitando piantagioni in pianura e al livello del mare, qualcosa di ottimo (per essere parsimoniosi) si trova…anche in Italia. Nella bella panoramica proposta in questa serata, abbiamo un po’ tutto…da zero a dieci, anche qualche lode. Di seguito in rigoroso ordine di preferenza.
Chateau La Fleur de Gay – Pomerol AOC
Annata 2001. Naso stratosferico, io sono tornato a casa e il mio naso è rimasto lì. Mi rimane in testa una nota mentolata freschissima, a tenere a bada i classici sentori del vitigno. Alcol un filino sopra le righe, finezza incredibile.
Chateau Bellefont Belcier – Saint Emilion Grand Cru Classée AOC
Annata 2009. Si è giocato la prima posizione per un naso mezzo gradino sotto. Nota spiccata di humus, tartufo nero su tutti, ma anche briosa nota di polvere da sparo. Meno elegante del precedente, ma più largo e materico. Nei suoi sbuffi di pepe mi ha ricordato i Crozes-Hermitage della Cote du Rhone.
Le Macchiole Messorio – Toscana IGT
Annata 2011, 100% Merlot. Il primo degli italiani si presenta subito con aromi scolastici di Merlot, ma non tali da stancare. Mostra una buona personalità, sottofondo scuro di liquirizia e rabarbaro. Notevole, sebbene non sul livello dei francesi di sopra…costa uno sproposito, quindi comprerei quelli di sopra.
Maculan Crosara – Veneto IGT
Annata 2012, 100% Merlot. Più giocato sul frutto del suo predecessore in classifica, naso comunque terroso ma di minor impatto. Meno dolce di altri, più vegetale e minerale.
Chateau Fontbaude L’Ame de Fontbaude – AOC Castillon Cotes de Bordeaux
Annata 2012, da vigne di 80 anni. Tartufo a manetta, che sembra la sagra di Alba. Il tannino ruvido gli fa perdere in piacevolezza.
Le Macchie, Vigna il Cerqueto – Lazio IGT
Fosse costato meno forse si giocava il premio “miglior rapporto qualità/prezzo della serata”. Costa, a mio avviso, uno sproposito invece e ho comunque scritto “forse”. Geranio nel bicchiere con tutta la sua terra dietro, fresco e invitante al sorso successivo. Un buon vino da tutti i giorni.
Quercegobbe, Petra – Toscana IGT
Annata 2012, 100% Merlot. Tornano terra e tartufo, qualcuno direbbe gas. Sembra già stanchino, ha già iniziato una netta discesa.
Beringer, Merlot Founders Estate – Napa Valley
Più bocca che naso, manca comunque di picchi, quasi di carattere. Non ci siamo.
Planeta, Sito dell’Ulmo – Sicilia IGT
Dante diceva “Non ti curar di loro ma guarda a passa …”. Ci concentriamo sui bianchi?
Da ultimo: Me ne torno a casa con l’idea che il Merlot, dopo un po’, comunque stucca. Ti lascia la bocca non pulita, non pronta, stanca. Ad essersi fermati ai primi due ….