Se devo pensare alla cosa che mi regala più piacere da quando mi interesso di vino, escludendo i Barolo di Castiglion Falletto, i dosaggio zero e i cannonau ogliastrini, penso sicuramente ad alcune persone che ho avuto modo di conoscere. E mi riferisco a quei vignaioli che, a volte in fazzoletti di terra e con la sola forza della loro passione e competenza, tirano su un’azienda e rinnovano quella magia di creatività che fa nascere una bottiglia di vino. E non è un caso che molti dei miei vini preferiti vengano da loro.
E’ questo uno dei motivi per i quali, dopo che mi hanno segnalato questo progetto, ho deciso di spendere volentieri un po’ di tempo per raccontarlo. Perché ho pensato che alcuni di quei vignaioli, ad averlo avuto a disposizione quando iniziarono, ne avrebbero tratto un bel vantaggio.
The wine fathers è sostanzialmente un progetto di crowdfunding, ovvero una vetrina dove i vignaioli possono descrivere il progetto che hanno in mente (che so, il recupero di una vigna antica e perduta, il reimpianto di un vitigno autoctono e in disuso, …) e chiedono a tutti un aiuto per il loro progetto.
Chi vuole aderire alla causa (diventandone parente) può decidere di devolvere un contributo in denaro aiutando lo sviluppo del progetto e stabilendo al contempo un rapporto di ‘familiarità’ con il vignaiolo. Il quale, oltre a essergliene sempre grato, contraccambia con dei doni in funzione del contributo offerto.
C’è ovviamente anche la possibilità di acquistare direttamente i vini sul sito che, a proposito, è thewinefathers.com.
Che altro aggiungere? Seguitelo, io lo farò, anche perché la mia esperienza e il mio carattere mi insegnano che la ricompensa più bella è sempre stata non la bottiglia di vino, ma il racconto e la conoscenza di chi quella bottiglia l’ha creata.
Ne avevo sentito parlare una sera alla radio… Però me ne ero dimenticato 😛
Mi rifaró subito! Grazie
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L’ha ribloggato su AndreWineFood.
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