Quando mia moglie, ex astemia convertita alla passione per i vini spumanti, nonostante finisca il suo calice mi dice “lo sento troppo secco” significa generalmente che davanti ho un qualcosa di nervoso, asciutto, croccante…insomma, abbastanza distante dai Satèn franciacortini.
A volte ci prende pure, centrando in pieno vini senza eleganza e tutta spinta. A volte invece si perde la spettacolare forza di alcuni ottimi bicchieri, e questa è una di quelle occasioni (ps. in realtà, come dicevo, calice finito).
In effetti questo Maximum Rosé il suo impatto ce l’ha, ed anche forte. Dopo un colore brillante, rugginoso e molto elegante, si nasconde un body builder niente male (36 mesi sui lieviti per il 70% di pinot nero, mica robetta). Tutto giocato sui toni alti, senza scendere mai, sapidità e freschezza strabordanti, ben bilanciate da un 30% di chardonnay che conferisce eleganza ma anche morbidezza. Sotto la superificie, certo, ma molta morbidezza.
Un sorso decisamente nerboruto, teso lungo l’intero sviluppo che conduce ad un finale estremamente nitido, pulito e piacevolissimo. Per ricominciare daccapo.
Mi piace! Peccato non averne qualcuna in più !
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