Circoletto rosso del weekend, per distacco, al Virtù Romane di Tenuta Le Quinte (Monte Compatri Superiore DOC). Buono per dire buono, giustamente piacione, ma si concede il giusto. Insomma, uno che vuol farti salire a casa per vedere la collezione di farfalle e poi… te la mostra davvero. Bei profumi sconosciuti qui in zona Castelli Romani , fino a frutti maturi di altre latitudini. Equilibrio spaventoso, morbidezza e acidità a braccetto dall’inizio alla fine, dove un tutto suo timbro di mineralità e mandorla tostata ti dice: bevimi ancora.
Weekend iniziato con una degustazione di Castello di Verduno, che per essere interessante lo è stata, ma da qui a lasciare il segno ce ne passa. Uniche sottolineature per il S-Ciopèt, brut rosè metodo classico da uve palaverga (semplice, immediato, base come volete, ma piacevole). Poi il Barbaresco Rabajà DOCG 2010, di sicura prospettiva e carattere ma oggi, Annus Domini 2015, tirato per i capelli. Come tiratissimo è stato il Barolo Massara DOCG 2009, da reato penale per pedofilia enologica. Naso da grande star, ma per viaggiare ha ancora necessità del permesso dei genitori. In mezzo, scorsi via così, Verduno DOC Besadone e Langhe DOC Nebbiolo 2013.
Altra bollicina, decisamente insolita, il Pecorino Terre di Chieti IGP di Cantina Colle Moro, un metodo charmat di una effervescenza insolitamente accentuata, che nasconde, in positivo, il dosaggio dell’extra dry. Non da circoletto rosso, ma da circoletto di amici all’aperitivo.
Chiusura con l’immancabile Passito di Pantelleria Ben Ryè di Donnafugata, cruccio della serata. In questa bottiglia una spalla acida preponderante, quasi squilibrato per un vino dolce. Ho paura a scriverlo, ma da attendere anche qui. Più lo ribevo e più mi preoccupa. Ok, non può ogni volta regalarmi la sorpresa della prima volta, ma penso sempre più che sia uno di quelli da una botta e via.
Manca ancora il pranzo della domenica, chissà…