“…venivano soffi di lampi da un nero di nubi laggiù,
veniva una voce dai campi chiù…”
(Giovanni Pascoli)
Se qualcuno inventasse su Facebook le catene di Sant’Antonio sui vini, invece di quelle sui libri, questo pinot nero del Castello di Farnetella (leggi Felsina) si meriterebbe la (mia) top ten dell’anno. Ma non quella della vita.
Come una quarantenne affascinante che ti conquista con l’esperienza e ti spaventa con la stessa. Un 2006 portato splendidamente, frutta rossa matura, pepe nero e sigaro toscano. I terziari abbondano ma questo fumè misto a note animali non lascia al legno il ruolo di unico protagonista. Entra deciso in bocca e si distende quasi subito, complici tannini ormai levigati e una struttura non maestosa. Non si scompone mai quindi, in nessuna fase dell’assaggio e conserva eleganza da vendere. Però non è immediato, un pò troppo cerebrale anzi, si rivela solo se gli presti attenzione. Non da tutte le sere, quindi. Soffre un po’ di persistenza precoce, ma il tempo che resta si ricorda piacevolmente.
Vinificazione: uva intera e in parte pigiata. Macerazione per circa 15-18 giorni senza superare i 28-30°C. Maturazione in frutti di rovere di piccola capacità per 12 – 15 mesi. Affinamento: in bottiglia per almeno 8/10 mesi. Ceppi per ettaro: circa 5400. Produzione: circa 3000 bottiglie. Forma di allevamento: spalliera con potatura a cordone speronato.