Nasce sotto un segno del destino, se apro la mia guida AIS e il segnalibro è sulla pagina di Matteo Correggia. Apro la guida per capire se le perplessità (per carità, peli nell’uovo) che questo vino ha suscitato in me possono essere rintracciate anche nelle note dei degustatori AIS.
Ce ne ho messo un po’ di tempo a capire che vino mi ricordava questo ottimo Marun di Matteo Correggia. Le stesse sensazioni, guarda caso lo stesso territorio, il Roero (https://fabiodellamarta.com/2014/04/10/braja-roero-deltetto-riserva-2009/). Peccato che questo è barbera, l’altro un nebbiolo. Non può essere un caso, non può essere solo il legno.
Un legno che ha 15 mesi a disposizione per riempire questo vino di terziari suadenti, di spezie dolci e cioccolato fuso. Una morbidezza che affascina e che non è mollezza, che gli regala una agile beva e che però, forse, smorza un pò troppo il carattere del barbera.
Questo è un vino che difficilmente può non piacere, ma non cerca di spiccare. E’ come una Ferrari, piace a tutti. Ma non è come una Ferrari con vernice mimetica, quella o la odi o la ami per la sua singolarità. Ecco, qui mi è mancata a tratti la singolarità, il voler spiccare e non piacere per forza.
Per il resto straordinaria opera tecnica, dove 14,5 di volume in alcool sembrano non esserci, perfettamente sorretti da una struttura invidiabile. Nel pieno della sua maturità, ma non aspetterei ancora per godere di questo 2011.
Secondo me buona parte delle tue impressioni, anche relativamente alla beva agile, si spiegano proprio grazie al territorio del Roero che in prevalenza è sabbioso. Comunque mi hai incuriosito. Apprezzo tantissimo di Correggia il Nebbiolo La Val dei Preti, suadente, agile anch’esso, non di immensa struttura ma veramente scintillante al palato! Un saluto!
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