Lo duca e io per quel cammino ascoso
intrammo a ritornar nel chiaro mondo;
e sanza cura aver d’alcun riposo,
salimmo sù, el primo e io secondo,
tanto ch’i’ vidi de le cose belle
che porta ’l ciel, per un pertugio tondo.
E quindi uscimmo a riveder le stelle.
(cit. Dante Alighieri, Divina Commedia, Inferno, XXXIV)
Come ogni volta ci metto molto a metabolizzare le cose fatte. Preso da questa smania bulimica fatico a volte ad essere felice delle cose fatte. Fosse solo perché è un punto di partenza. Proviamoci, del resto molto è iniziato su queste pagine.
L’esame è andato, pare che quelli di AIS siano talmente folli e scriteriati da avermi fatto sommelier, cosa della quale sono ovviamente contento, pur nella mia moderazione maledetta. E’ sicuramente stato un percorso affascinante nel quale ho trovato quello che cercavo: quindi conferme alla mia passione e convinzione che ci sia ancora molta strada da fare.
Da zero a 10:
- 0 allo snobismo che ancora esiste in questo mondo. Capisco un sommelier affermato che parla in TV (anzi, non capisco nemmeno lui), ma proprio non sopporto questo atteggiamento in persone che a malapena hanno mai visto in vita loro un brick di tavernello
- 1 alla stucchevole e annosa questione AIS/FIS e a chi ne fa una questione tipo Giulietta e Romeo. Ho fatto la mia scelta, ma non penso che tutti quelli che hanno fatto la scelta opposta siano da evitare come la peste
- 2 a chi ancora insegna l’oggettività della degustazione, quando immancabilmente viene meno. Va bene la teoria, va bene la terminologia, ma la verità assoluta è di altro mondo
- 3 alla normativa italiana sul vino, vero fardello allo sviluppo del vino italiano e ostacolo alla consapevolezza piena dei consumatori
- 4 a chi considera i sommelier come gente montata e che spara cavolate senza senso. Leggete sopra cosa penso di quelli snob, ma questi luoghi comuni, please, fuori di qui
- 5 a chi pensa di fare una professione senza studiare
- 6 a me stesso, che avrei potuto fare di più nonostante abbia fatto molto
- 7 alla Delegazione Castelli Romani: avrebbe meritato di più, ma c’è stato un momento in cui potevamo portare da noi più gente, se solo avessimo parlato più chiaramente
- 8 ai francesi. Mi spiace dirlo, mi cospargo il capo di cenere, ma sono anni luce avanti a noi. Non tanto per la qualità dei vini, ma soprattutto per la capacità e la volontà di far capire a chi acquista quali vini sono più buoni di altri
- 9 alla curiosità che questo corso ha accresciuto in me
- 10 ad alcune persone che ho conosciuto e che rimarranno; come sempre, è questo ciò che conta.
Grande Fabio, concordo su tutti i punti e posso dirti una cosa? Il fatto che abbiamo tantissima strada da fare é paradossalmente l’aspetto più positivo e coinvolgente nell’ambito di questo settore e della nostra passione. Mi guardo avanti e vedo un percorso sconfinato, ogni giorno c’è qualcosa da apprendere, una scoperta o un dettaglio illuminante che apre nuove porte anche su argomenti che pensavi giá di conoscere. Insomma la strada è lunga e se il coinvolgimento rimarrá tale la percorreremo sempre.
A proposito: complimenti Sommelier!
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Grazie Francesco. Rimane solo da conoscerci. Un abbraccio, a presto
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