Accade, a volte, di incappare in vini che vanno via così, senza lasciarti una scossa, ma solo una soluzione, se va bene. Di questo si è colorato l’ultimo weekend, enologicamente parlando.
Five Roses Anniversario, 69° edizione – Leone De Castris
Da uve negroamaro (nella maggiorparte) e malvasia nera, un vino rosato di forte impatto visivo. Colore cerasuolo acceso, da scena. Analogo impatto non si ritrova al naso, zona limitata di sentori di frutti rossi acerbi e melograno. Si ritrova invece, con gli interessi, in una bocca decisamente fresca e sapida, ancora melograno a volontà, il tutto condito da una scossa elettrica alcolica ben avvertibile. Poi se ne va, trovando una discreta morbidezza ma una bocca abbastanza lontana dall’equilibrio. E’ una soluzione però, anche da non sottovalutare, perché il suo corpo per certi versi inaspettato potrebbe portarci laddove molti bianchi non arrivano e dove i rossi non si abbassano.
Q – Quartomoro metodo classico
Ci abbiamo provato, spinti da un periodo di intenso studio e applicazioni sui vini si Sardegna. Ci abbiamo provato, spinti anche da una sempre crescente passione verso i metodo classico. Diciamolo subito: il suo miglior pregio è un interessantissimo rapporto qualità/prezzo, reso ottimo non solo per il prezzo decisamente abbordabile ma anche per una qualità, seppur non eccelsa, discreta.
Per il resto è sulla linea di galleggiamento, appunto. A partire da un perlage grossolano e poco persistente. Aromi minerali e salini, come ti aspetteresti da un vino bianco di queste parti e una bocca che, alle immancabili note di lievito, accompagna soprattutto una sin troppo spiccata nota dolce. La sensazione è che sia causata da una mancanza di carattere e personalità.