Grande, anche in senso quantitativo (i maligni direbbero soprattutto), realtà del basso Lazio, Casale del Giglio si distingue per l’utilizzo, a fianco di vitigni locali, di specie abituate ad altri lidi. Uno di questi è sicuramente il Merlot, quello di oggi annata 2011.
È un Merlot in purezza ottenuto con tradizionale vinificazione in rosso, con rimontaggi e delestage. Matura in acciaio inox, dove avviene la fermentazione malolattica, e successivamente passa qualche mese, non più di 12, in barrique. Ne nasce un vino rosso rubino, non straordinariamente consistente.
Al naso intenso, complesso senza emozionare, di frutti rossi e sentori erbacei che virano in note balsamiche. Leggermente vinoso.
Abbastanza morbido, ad equilibrare altrettanta moderata tannicità e freschezza. La sapidità è più netta, con toni che ricordano la grafite. Un vino da bere adesso, che ha compiuto già qualche passo verso la maturità e che quello che può regalare lo regala già.
Di corpo e persistente, con una coda mai eccessivamente suadente che lascia una marcata impronta amaricante di mallo di noce dopo la solita, prolungata sapidità.
La straordinarietà è privilegio di altri vini, il pregio di questo è farti compagnia ogni volta che vuoi. Fedele.