Coincidenze: ristorante Posta, Sant’Omobono Terme (BG)


Il mio rapporto con i ristoranti, almeno con quelli che amo, è nato sempre da coincidenze. Mai a seguito della lettura di guide, recensioni e raramente a seguito del consiglio di qualcuno. Anche perché, parlando di gastronomia, le persone delle quali mi fido si contano sulla punta delle dita.

Il problema delle coincidenze è che capitano raramente. Quando accade, mi innamoro. E ieri è accaduto. In un paesino in provincia di Bergamo che, diciamola tutta, non brilla per appetibilità. Se poi ci arrivi alle dieci di sera, dopo un viaggio avventuroso e con il timore di restare senza cena, beh, le premesse non possono che essere infauste. Capita invece che una delle due sorelle che gestiscono il bed & breakfast dove hai prenotato ti dice: “Abbiamo pensato che non abbia ancora cenato. La cucina l’abbiamo lasciata aperta”.

Da lì un trascendere di emozioni, premure, aria di familiarità discreta e mai invadente, passione e nel mezzo tanta classe. Messa a iosa in un piccolo ambiente raffinato, dove nulla è lasciato al caso, dove il livello del servizio traspare da ogni tavolo, da ogni bicchiere sul tavolo, da ogni tovagliolo, dal gueridon di servizio lì vicino a me. Solo nel locale, leggo un menù che subito appare un misto di fantasia e ricercatezza, tradizione e futuro.

La padrona del ristorante mi avvolge con le sue premure, per essere sicura che mi trovi bene, nemmeno fosse mia mamma. E non si accorge forse del sorriso beato che cresce sul mio volto. Mentre scelgo dal menù mi porta un cappuccino di zucca, delicato e ricercato sapore e consistenza. Scelgo un risotto ai funghi porcini e aneto, sapiente mix di freschezza, gusto e croccantezza.

Lo accompagno con un lagrein alto adige e per una sera non penso a degustare il vino, lo lascio solo scorrere a far compagnia al resto. Non potendo però non notare quei sentori di resina e pece così densi e avvolgenti che chiederebbero anche un secondo più sostanzioso. Non è la serata, ahimè, preferisco concludere con un flan di cioccolato e zabaione, ultima delizia della serata. Sapientemente decorato e bilanciato fra dolcezza e note amaricanti del cacao, a contorno di fragole e lamponi.

“La creme brule’ gliela faccio assaggiare domattina a colazione” mi dice la signora dandomi la buonanotte. E la mattina dopo la trovo pronta sul tavolo, a promemoria di un posto ove tornare. Con calma.

Prezzi più alti della media, ma qualità e atmosfera incomparabili con la media. Inaspettato e meraviglioso, come le coincidenze. Da ultimo, per quello che possa contare: una stella Michelin.

 

posta

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