- Argomento teorico della lezione: Enografia internazionale. Come la precedente sull’enografia nazionale, anche questa lezione non entusiasma. Non tanto per la capacità del relatore (Daniele Maestri, abile e fine conoscitore di vino, arte e storia, finanche troppo dotto in certe esposizioni) quanto perché risulta evidente di come queste lezioni siano solo un’anticipazione di quanto oggetto del secondo livello del corso. Si va via dunque velocemente, senza un fil rouge netto, se non quello dell’elenco dei paesi principali produttori di vino al mondo. La lezione è un rapido percorso per questi territori e quindi l’occasione per agganciarsi ad altre nozioni già viste. Il concetto principale emerso è l’assenza nei paese esteri di bio diversità spinte come in Italia. Se qui da noi abbiamo un numero estremamente ampio di vitigni (si pensi solo ai cloni del sangiovese), questo non avviene in tutti gli altri paesi dove ci si concentra appunto su una sola varietà (esempio, sangiovese R42). Quindi, in sostanza, tra i bianchi troviamo soprattutto chardonnay e sauvignon, mentre tra i rossi merlot e cabernet (taglio bordolese), nelle sue varianti franc e sauvignon. Altro concetto molto importante è quello del cru, tanto caro ai nostri cugini d’oltralpe, ad indicare una sottozona di estremo pregio e tradizione (es. una particolare vigna). Se vogliamo il concetto di terroir spinto all’estremo, come nel caso dello champagne. Per il resto è un elenco dei principali paesi produttori di vino (Francia, Spagna, Germania, California, Cile, Argentina, Sudafrica, Australia) e dell’evidenza di come le principali aziende si sviluppano, soprattutto in Europa, lungo i grandi assi fluviali (es. Rodano e Loira in Francia).
- I vini degustati: Chablis I cru Vaillons di William Fevre (100% chardonnay) – Roda di Bodegas Roda (97% tempranillo, 3% graciano) – Bonterra wineyards (zinfandel 100%)
DISCLAIMER: tutto quanto contenuto in questo post rappresenta esclusivamente un mio contributo personale e non è tratto da alcun libro di testo o altro materiale in dotazione per il corso. Tutto quanto è stato scritto prima di una rilettura degli argomenti sul libro di testo ed è il “succo estremo” di quanto ascoltato (o meglio, compreso) durante la lezione in aula.