La quarta lezione del primo livello coincide con l’unica lezione dell’intero corso tenuta in esterno. Oggetto della visita è stata la Fattoria del Cerro, una delle tenute di Saiagricola, marchio dedito al vino di una nota società assicuratrice. Fattoria del Cerro è solo una delle sette tenute di Saiagricola, sparse fra Toscana, Umbria e Piemonte. La loro produzione vinicola è pertanto molto variegata e comprende anche Brunello di Montalcino, il notissimo Sagrantino di Montefalco Colpetrone, un Vermentino toscano molto interessante ed infine, per tacere di grappe e spumanti, una produzione piemontese di Barbera.
Tutto questo però fuori da Fattoria del Cerro, luogo di nascita del Vino Nobile di Montepulciano piuttosto che di espressioni meno alte, quale il Rosso di Montepulciano. La visita è stata guidata dall’enologo dell’azienda, con la quale collabora anche Riccardo Cotarella, nome illustre dell’enologia italiana.
La prima parte della visita si è svolta nel vigneto, dove l’enologo ci ha mostrato le tecniche di potatura e i sistemi di allevamento utilizzati, nello specifico il cordone speronato. Sin dalla vigna sono evidenti le scelte aziendali mirate al raggiungimento di una qualità del prodotto finale, scelte quindi che portano ad un ridotto numero di gemme per pianta, mai superiore ad otto. Cordone speronato si diceva, non più alto di sessanta centimetri, sistema idoneo per potatura e vendemmia meccanizzata. Non dobbiamo mai dimenticarlo, va bene la qualità, ma fare vino con questi volumi e queste dimensioni è un business, e i conti devono tornare.
La seconda parte della visita è proseguita in cantina, dove dopo una spiegazione dei sistemi di vinificazione, abbiamo fatto ingresso nel luogo più intimo di un’azienda vinicola: il luogo ove il vino riposa e affina le sue caratteristiche, maturando. Il vino nobile di Montepulciano di Saiagricola passa ovviamente in legno, ma lo fa in modo particolare. Il periodo più lungo non avviene in barrique ma in botti grandi, perché la filosofia aziendale non prevede che il legno copra il vino. Il legno deve aggiungere carattere e caratteristiche, ma il protagonista deve essere il vino. Scelta coraggiosa e, sicuramente, in controtendenza rispetto alle mode del recente passato.
Da ultimo, la degustazione, che ha visto protagonisti anche i vini delle altre tenute di Saiagricola. Di seguito le note di maggior rilievo:
Nobile di Montepulciano 2010: definita una delle annate migliori del secolo, la 2010 conferisce a questo rosso giovane una notevole potenza e freschezza, anticipate da un bouquet imperioso di frutta. Solo alla fine qualche nota speziata, ma di contorno.
Nobile di Montepulciano 2008 Riserva: i due anni in più si sentono, maggior corpo e rotondità, associate però ad una maggiore difficoltà ad aprirsi ed a concedere aromi. È una riserva, pensata per durare a lungo. Ha dunque enormi potenzialità inespresse.
Antica Chiusina: espressione più alta della Riserva, ottenuto con le uve dei migliori vigneti. Subisce il maggior periodo di legno e si sente, dalle note speziate, tostate e dai sentori di caffè e liquirizia.
Sagrantino di Montefalco Colpetrone 2007: del mio rapporto di odio e amore ho scritto altrove, della magnificenza di questa interpretazione non parlerò mai abbastanza. Austerità e complessità, non semplici da affrontare, ma che lo portano un gradino sopra alle altre etichette. I suoi aromi di china e ferro, accompagnati da frutta matura, fanno da contorno a tannini maestosi tenuti però a bada da una sapiente vinificazione.
DISCLAIMER: tutto quanto contenuto in questo post rappresenta esclusivamente un mio contributo personale e non è tratto da alcun libro di testo o altro materiale in dotazione per il corso. Tutto quanto è stato scritto prima di una rilettura degli argomenti sul libro di testo ed è il “succo estremo” di quanto ascoltato (o meglio, compreso) durante la lezione in aula.