Una delle cose che mi è più rimasta impressa di un mio viaggio a Cardiff di qualche anno fa è stato l’Arms Park, il vecchio stadio di rugby della città. Costruito a fianco dell’imponente quanto meraviglioso Millenium Stadium, vera cattedrale della città, l’Arms Park ha per un fascino del tutto antico e nuovo allo stesso tempo. E non perché trasuda storia da ogni punto lo si guardi o attraversi, non per la straordinaria club house in legno con finestroni affacciati sul campo. La tradizionale modernità di quell’impianto è che costituisce una parte della città, come fosse un lungomare, come fosse un piazza; così puoi decidere di camminare liberamente per le sue tribune, a bordo campo, per andare a lavoro o per andare dove devi. È il vecchio spirito dello sport aperto, a tutti, pop, che qualcuno sta cercando di reintrodurre negli impianti moderni.
In questo lo Juventus Stadium me lo ha ricordato molto. Certo, non si può camminare fra gli spalti come avviene lì, ma l’intenzione di creare un luogo aperto e vivibile, non solamente legato al momento culmine della partita è un dato di fatto, oltre che apprezzabile, sicuramente avvertibile passeggiandovi attorno. Così ti perdi, nel senso di non avvertirne i confini, fra un grande centro commerciale, un viale dove passeggiare, la tribuna dello stadio e lo Juventus Museum. Dentro poi, oltre i famigerati tornelli, la sensazione continua, e allora incontri maghi che fanno giochi di prestigio, clown che regalano palloncini ai bambini, musica, contorno, intrattenimento. Il calcio, la partita, è il centro, ma il resto esiste e non è sola attesa.
Lo Juventus Stadium, anche per questo, è un posto unico. Tanti bambini, tantissime donne e ragazze, ne fanno un’area quasi insolita per chi è abituato a frequentare stadi di calcio. Anche la pochissima polizia presente si tiene in disparte, non ne ho vista dentro l’impianto, lasciando il compito di controllare gli accessi agli steward, che hanno una battuta per tutti e rendono tranquillo anche il momento della perquisizione.
Per il resto, oltre la bellezza dell’impianto in sé stesso, una capacità insolita in Italia di fare marketing e vendere, creando un ambiente dove vien voglia di tornare.
Un consiglio per i tifosi che ci andranno: fate il tour dello Stadio. Non costa molto, ma sedersi nello spogliatoio al posto che occupano Vidal e Pirlo, non è cosa da tutti i giorni.