Whyne

Ritorno a scrivere di vino dopo molto tempo e non è un caso. D’estate ne bevo molto di meno. Ne parleremo altrove e più diffusamente magari.

Ieri invece Greco di Tufo. Il Greco di Tufo è da sempre uno dei miei vitigni preferiti, in senso affettivo. E’ stato infatti il vitigno che mi ha fatto innamorare del vino e quindi, il primo amore non si scorda mai.

I puristi del vino, e un po’ anche io che purista non sono affatto, sostengono che poi il gusto cambia e si affina e quindi ci si dimentica del primo amore e di quelle sensazioni che ci aveva regalato. Così anche per me il Greco di Tufo è stato affiancato e superato da altri vitigni di quelli che porterei sempre in valigia ma, soprattutto d’estate, rimane a mio parere una buona alternativa all’astinenza da vino.

Il Vesevo si discosta forse un po’ da questo, rimanendo abbastanza carico in tutte le sue caratteristiche. Già dal colore, meravigliosamente visibile all’interno di una bottiglia trasparente, si capisce la corposità del vino, con il suo profondo giallo intenso.

In bocca si conferma così, con personalità, deciso e lungo. Anche fruttato, ma poco fresco. Si accompagna meglio ad un pranzo di pesce autunnale.