Ouzo e lime, questa è la bevanda che sorseggio con Michele al banco del bar, prima di salutarlo e andare a dormire.
Di questa giornata mi rimarranno negli occhi gli occhi di Simone e la sua emozione quando hanno iniziato a legarci al paracadute. Eh si, l’ho portato sul paracadute ascensionale a sei anni, e si è divertito come quello di 37 legato dietro a lui.
Per il resto la città vecchia di Rodi, splendida città murata di un tempo illuminata e convertita in un mercato.
Anche oggi, come sempre, qui si parla di crisi. Stavolta ad accennare il discorso è Georghi, ragazzo rumeno che cura le imbracature del paracadute. Mi dice che a Rodi si sopravvive, almeno per cinque mesi l’anno, ma nel resto della Grecia non conosce nessuno che abbia un lavoro. Mi chiede in Italia come va e io gli rispondo: ” male”. Ma non devo essere molto credibile se nel frattempo pago quello che pago per farmi portare a 100 mt di altezza appeso ad un aquilone colorato per 10 minuti.
Al peggio non c’è mai fine. Coraggio.
Wow!!! Che coraggio! Io me la farei sotto da sola, figurati con i miei figli!!!
Comunque non è una bella cosa fare a chi sta peggio!! Anche perchè dice il detto che il peggio non é mai morto!!!…godetevi le vacanze e un bacio a tutti voi!
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Oops, mancava un virgolettato. Non fraintendermi, era proprio questo il senso. Ci lamentiamo, magari a volte a ragione, ma qui stanno veramente in difficoltà e hanno biaogno anche di parlarne.
Un abbraccio a tutti, a presto
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e le foto?
sara in visita da nonna.
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