Parlare di un mostro sacro, a cui tutti si inchinano, non è facile. Si rischia di essere sin troppo banali e di non aggiungere nulla. Io ci provo, affidandomi all’unica cosa che ho in mente quando scrivo di vino, ovvero le emozioni che questo mi regala.
Non mi dilungo dunque a spiegare chi è Aldo Conterno nè a raccontare le meraviglie dell’annata 2004, da più parti giudicata una delle migliori dell’ultimo decennio. Mi limito solo a dire che è l’anno del mio matrimonio e questo ha, sorprendentemente, molto a che fare con questo assaggio (il secondo, per me).
Eh si, perchè il Barolo in questione mi ricorda con una forza dirompente quel fresco che si prova entrando in chiesa d’estate e quella cappa di silenzio che ti avvolge e che non osi spezzare. Mi ricorda la maestosità delle colonne della navata principale e lo sguardo severo delle statue nelle cappelle laterali.
Un vino di un’austerità unica, ancora inarrivata dagli altri miei assaggi. Un’austerità riflessa in un colore denso, densissimo e più ancora in una rotondità senza rivali. Una bocca piena, non eccessivamente morbida, che più piena non si può e che va accompagnata con una cucina quanto più “lunga” possibile, al fine di apprezzarne quei piaceri che, come mi disse una volta un grande estimatore di Conterno, a volte nemmeno il corpo di una donna.
Se posso, però, troppo caro.
Una risposta a "Poderi Aldo Conterno – Barolo DOCG 2004"