Le città del Sei Nazioni: guida turistica per il tifoso


5° posto: Parigi. Capisci che è il giorno di una partita del 6 Nazioni solo quando arrivi dentro lo Stade de France, perché anche fuori qualche dubbio ti viene. Parigi ha un’atmosfera sempre magica, ma l’atmosfera dei paesi del rugby è un’altra cosa. Cosa non perdere: lo sguardo dei francesi quando l’Italia va sotto break e si rimaterializza, da lontano, un’altra giornata via come quella del Flaminio nel 2011. Cosa non fare: pensare che la giornata del Flaminio, nel 2011, possa ripetersi facilmente. Possibilità di vittoria: 1/10. Qualità degli alcolici: altissima se si va sul vino, buona la Stella Artois, ma la birra dei pub britannici rimane la birra dei pub britannici.

4° posto: Londra. Quasi come sopra, Twickenham è uno stadio meraviglioso ma si trova in periferia, come una cattedrale nel deserto. Londra è meravigliosa, i pub sono belli, ma cercare qui le piccole città del nord è impresa vana. Cosa non perdere: la Tate Gallery e le opere di alcuni….artisti. Cosa non fare: seguire la Lonely Planet che ti consiglia di andare a mangiare nel miglior ristorante orientale per soli 30 euro e scoprire poi un maggiordomo in guanti bianchi che viene ad aprirti la portiera del taxi. Possibilità di vittoria: 1/10. Qualità degli alcolici: alta, sul tema cominciamo a sentire atmosfera.

3° posto: Dublino. Arriva terza solo perché davanti ci sono Cardiff ed Edinburgo. Passeggiare per  Temple Bar con meno dieci gradi, entrare in tutti i pub per riempirsi di Guinness catramose e fermarsi a guardare le ragazze in maglietta alle due di notte mentre tu ti arrotoli nella sciarpa, non ha prezzo. Cosa non perdere: la Cattedrale di S. Patrick, ha orari un po’  strani. Cosa non fare: cercare ristoranti indiani, spariscono come i fantasmi. Possibilità di vittoria: 3/10. Qualità degli alcolici: altissima, anche se non amo affatto la Guinness. Ma lì va bevuta, e basta.

2° posto: Edinburgo. Meravigliosa, dal castello al più vecchio pub della città, fino alla gita a Mellrose: inizia su un autobus e pensi che ci vogliano venti minuti; poi vedi che tutti scendono, il sole cala, rimani a bordo solo tu e arrivi dopo tre ore. Ma vedere il bue muschiato è una grande soddisfazione. Cosa non perdere: l’albergo sopra il pub Three Sisters, è uno sballo, senza parole…non credo servano, no? Dico solo che quando mandano via gli ospiti del pub, gli unici che possono rimanere sono gli ospiti dell’albergo. Cosa non fare: addormentarsi alle due e mezza di notte, quando alle tre arriva la nazionale italiana a prendere una birra nel pub sotto il tuo albergo. Possibilità di vittoria: 5/10. Qualità degli alcolici: altissima, anche se il Three Sisters è in realtà un pub irlandese. Ma si trovano anche ottime bionde.

1° posto: Cardiff. La migliore, una spanna sopra tutte. Una città che vive di rugby e si ferma per la partita. Capite quanto conta il rugby per questa gente quando vedete il Millenium Stadium, immenso incastonato fra le case, e il Duomo, che sembra una parrocchia di paese. Il giorno della partita sembra carnevale, tutti mascherati, tutti in festa. Da portarci i bambini. Cosa non perdere: la clubhouse sopra l’Arms Park. Un concentrato di rugby, parquet, birra, fumo, storia e passione. Cosa non fare: considerare Cardiff una sorella minore. Non lo è. Possibilità di vittoria: 3/10. Qualità degli alcolici: altissima, ma sedici birre in una sera sono troppe per tutti.

 

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