Ma sono queste le donne di governo? Possibile che dobbiamo passare dalle veline alle donne di statura che piangono al primo colpo? Povera Italia.
Io le lacrime del Ministro non le ho proprio capite. Le cose sono due: o è una persona non abituata a reggere lo stress e le situazione di tensione (ed in questo caso non può fare il Ministro) oppure, cos’è che non ci ha detto? Eh si, perchè non ci si può trincerare dietro un “si è commossa al nominare la parola sacrificio”, anche perchè nessuno ti ha votato ma tutti hanno accettato di darti quell’incarico perchè ti comportassi da persona forte e capace di decidere.
Mettiamola così, male che vada, siamo messi male.
Io voglio gente che si prenda le responsabilit, di scelte difficili e impopolari certo, ma la responsabilità. Che non significa fare le cose con leggerezza, ma nemmeno dichiarare a tutti con le lacrime: “non vorremmo fare quello che stiamo facendo”.
Invece a me ha suscitato l’esatto opposto, se si scoprisse che è una persona competente, come credo che sia, io la vorrei sempre lì e vorrei tanti ministri come lei, tanti parlamentari e butterei tutta la feccia che orgogliosamente si fa chiamare “politici” nel buco più profondo e oscuro. Questo perché quelle lacrime significano che è una persona a cui interessa ancora qualcosa. Una persona che si è resa conto che non sta tagliando semplicemente dei numeri, ma le vite delle persone che ci sono dietro. Dopo aver sentito intercettazioni di gente gioiosa che si spartiva gli appalti della ricostruzione all’Aquila, dopo aver sentito le riprese nascoste alla compravendita dei voti di fiducia in parlamento, con quei maiali che parlavano di quante ragazze si erano trombati mentre mandavano il paese a rotoli, beh non ci poteva essere niente di più confortante che vedere quelle lacrime, ritrovare un minimo di speranza che ci sia ancora qualcuno che fa quel mestiere per il Paese e non per i propri interessi.
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Secondo me siamo messi davvero male, gli oltre 700 miliardi di euro da recuperare con questa manovra porteranno degli effetti disastrosi.
Qui al Sud, i primi segnali si sono avuti già dal 2009 ed ora con il taglio degli statali (che tra l’altro è la fetta maggiore del nostro tessuto economico), e d’ora in avanti avremo ben poco da ridere.
A mio avviso questa crisi è il segnale di uno stile di vita tramontato, la ricchezza spostata in Cina ed India, la fame dei Paesi Sudamericani anch’essi in crescita stanno portando ad una forte riduzione del nostro stile di vita.
Le risorse sono poche, specie quelle energetiche, e le bocche da sfamare crescono sempre di più.
Fin quando gli orgnismi internazionali quali FMI e BM non condanneranno la Cina e le sue politiche di crescita, specie il mancato rispetto delle norme sul lavoro, il nostro sarà un sistema in continua caduta.
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