Nel giorno in cui vengono comunicati i dati rilevati da Ipsos MediaCT, secondo cui risultano essere 20 milioni gli utenti italia muniti di smartphone (con una crescita del 52% sullo scorso anno), trovo in una scatoletta uno dei tappeti sotto il quale gli italiani buttano (o gli fanno buttare) anche la polvere della crisi.
Posto che l’equazione smartphone=telefono cellulare sia falsa, lo studio significa che quasi la metà degli italiani ha un cellulare di fascia alta, in grado cioè di navigare su Internet, gestire posta elettronica and so on.
Poi mi arriva in ufficio una nuova Internet Key (non cito l’operatore, tanto sono tutti più o meno uguali) e, sorpresa delle sorprese, come quando i ragazzini non erano attratti dall’iPhone ma dai cellularini Nokia con le cover colorate/disegnata intercambiabili, spuntano fuori dalla scatola delle cover intercambiabili la chiavetta; una rossa, una bianca e una nera! Per l’Internet Key! Su un Contratto Business! Roba da non crederci!
Ora provoco. Di chi è la colpa di questa deriva (pericolosa penso io): dell’operatore che cerca di rendere appetibile i prodotti (e sicuramente ci saranno dietro studi di marketing e altro, che hanno detto su slide e slide che le cover avrebbero fatto vendere di più), o dei consumatori venduti non più per l’oggetto che comprano ma per il colore dello stesso che ostentano (ormai non solo fra gli amici, ma anche nelle riunioni in giacca e cravatta).
E su questi dettagli, accessori di beni accessori, spendiamo tutti perché ci sembrano irrinunciabili e sti cavoli se arriviamo a stento a fine mese. E giù parabole, schede prepagate, e via dicendo. E via di rate 3D e pannelli HD, touch screen e acquisti green.
Non voglio fare i soliti discorsi, che non ho mai sopportato, di quelli con qualche anno di più del tipo “…voi non avete fatto la guerra”, ma questo comincia a sembrarmi troppo. Sarà che ho due figli da tirar su, ma sempre meno cose mi vanno bene di queste abitudini che abbiamo.