Sentimenti IV e la fine di calciopoli


Non avrei pensato di emozionarmi durante la cerimonia inaugurale dello stadio. Diciamocelo apertamente, non avrei mai pensato di piangere durante la cerimonia inaugurale del nuovo stadio della Juventus. Ma l’ho fatto. Ho pianto spontaneamente, le lacrime sono scese senza alcun preavviso, mentre mia moglie mi guardava come fossi un alieno seduto sul divano di casa.
A freddo, adesso mentre scrivo, mi rendo però conto che la cosa sorprendente non è il pianto in s’è, ma l’evento che ha scatenato quel pianto: l’ingresso in campo di Sentimenti IV, ex giocatore della Juventus, oggi ultra novantenne, minore di quattro fratelli che hanno contemporaneamente giocato in serie A. Credo che in quel suo ingresso, in quel suo incedere a fatica, ma in quel suo tentativo di abbracciare tutti ci sia il vero significato di quello a cui abbiamo assistito. Bastava lui, in effetti, a far capire che alla fine, oggi si celebrava una storia, la storia, tante generazioni, la vita. E per me in quel momento, con quel suo orgoglio di portare quella maglia, ha significato pur delle belle parole di Del Piero, pur dei bei ricordi di Lippi, Monterò e Davids, più della genuina emozione del Presidente Agnelli e della mamma.
E in quella voce malferma c’è tutto lo spirito di una società che, forse, ha l’ultima occasione per lasciarsi alle spalle calciopoli. Perché non ci sarà nessuna sentenza vinta, purché sacrosanta, nessun ricorso, nessuna giustizia né ordinaria né tantomeno sportiva che ci ridarà quello che ci hanno tolto e quello che stiamo soffrendo. Dobbiamo farlo da soli e credo che oggi, sia cominciato proprio questo.

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